Visit

IndiaEveryday

giovedì 18 ottobre 2007

Incontri

Stamattina, sul solito pullman di cui ho già parlato in un post precedente, ho incontrato un caro compagno di studi universitari. Un tempo ci frequentavamo spesso, poi dopo la laurea le vicende personali e professionali ci fecere perdere improvvisamente i contatti. La conseguenza fu che per circa 6 anni, pur vivendo a non più di 50 km l'uno dall'altro, ci tenemmo a stento in contatto con qualche mail ogni tanto, senza però rivedersi faccia a faccia.
Stamattina lui doveva recarsi nella metropoli per una specie di conferenza riguardo alla sua attività lavorativa, per cui salendo sul pullman ci siamo rivisti e abbiamo chiaccherato piacevolmente per tutto il viaggio.
Il fatto curioso che sta alla base di questo incontro, che è anche la ragione principale per la quale scrivo questo post, è costituito dalla mia sorpresa nello scoprire questo mio amico assolutamente immutato nel fisico dopo parecchi anni.
Mi spiego meglio: sono abbastanza abituato a rivedere ex-compagni di scuola e amici a distanza di anni dall'ultima volta. Quando capita, noto in loro che gli anni hanno lasciato qualche traccia; chi ha la pancia in bella evidenza o il doppio mento, chi ha perso buona parte della chioma (e sono la maggioranza), chi ha un sorriso meno sereno e così via. Addirittura, mi sento in un certo senso preparato a scorgere tali modifiche, per cui stamattina mi sono sorpreso nel non notarne affatto.
Ebbene, nel caso di stamattina, quasi non ero sicuro fosse lui veramente, almeno fino a quando non mi ha salutato e cioè forse appena un secondo dopo esserci visti. E il mio dubbio era dovuto al fatto che era esattamente uguale ad alcuni anni fa, mentre l'immagine che avevo di lui nella mia mente era preparata a riconoscerlo solo se corredato di qualche modifica imputabile al tempo che passa!
Ecco, ora che l'ho scritto mi sembra di aver messo bene a fuoco quello che ho provato in quel momento. Una sensazione davvero singolare, durata lo spazio di pochi secondi, dato che subito ci siamo messi a raccontarci gli avvenimenti di questi ultimi anni...
Ma un dubbio mi è rimasto: il tempo che passa, quello che noi viviamo giorno per giorno e che disegna la memoria con i ricordi, è scandito dagli anni che passano o dall'idea che noi ce ne facciamo nella nostra mente?
Fino a ieri pensavo che questi due concetti di tempo coincidessero, ora nutro qualche dubbio...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

agostino, mctaggart e altri. se invece si lascia il cmapo filosofico (ma neanche di molto), le quarta dimensione dello spazio tempo.
opinioni personali? del tempo ti accorgi quando ti manca.

desaparecida ha detto...

Credo da entrambe le cose...vero è che ognuno trova ciò che cerca...probabilmente tu cercavi dei segni concreti sul viso e sul corpo che nn hai visto....Forse nello sguardo, nella postura,nella risata c'era qlcosa di cui nn ti sei accorto.....
ciao