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IndiaEveryday

giovedì 25 gennaio 2007

YieAr Kung Fu

Uno dei migliori videogame ai quali abbia mai giocato.
Non so quante monetine ci abbia speso al Luna Park di Borgosesia nei primi anni '80, ma non sapevo proprio resistere. Quando poi lo misero anche in sala giochi, il destino delle mie paghette settimanali fu segnato.
Il mio cruccio principale non è però dato dal tracollo finanziario che questo videogame mi ha inflitto, bensì dal rammarico di non essere mai riuscito ad andare oltre il secondo livello.
Per di più, soltanto poche volte sono riuscito a battere Tonfun...
Ora però è disponibile col MAME, quindi ogni tanto posso fare qualche partitina, per di più senza bisogno di spenderci la paghetta!



In questa immagine sono impegnato contro Chain, il ciccione che mi lancia frustate con la catena.


Qui invece eccomi pronto alla sfida con Tonfun... ovviamente ho perso!

Ok, sono un nostalgico degli Arcade.

Trovate la ROM del videogioco cliccando qui: Yie Ar Kung Fu

E se proprio non sapete cosa sia il MAME, eccovi il link per eccellenza: MAME



mercoledì 24 gennaio 2007

Paul Erdős

Recentemente ho letto la biografia di uno dei più geniali, ma sicuramente il più eccentrico, fra i matematici del XX secolo. Si tratta dell'ungherese Paul Erdős, di cui lo scrittore Paul Hoffmann ha delineato un ritratto umano e professionale in "L'uomo che amava solo i numeri" (Mondadori, 1999).
Nato a Budapest il 26 marzo 1913, Erdős si rivelò da subito un bambino prodigio. All'età di 3 anni scopri da solo i numeri negativi, iniziando così ad appassionarsi alla matematica e a risolvere problemi legati alla teoria dei grafi, al calcolo combinatorio, alla teoria dei numeri, all'analisi, alla teoria degli insiemi e al calcolo delle probabilità.
Divenne famoso per il suo stile di vita "vagabondo", che lo portava da un capo all'altro del pianeta per tenere conferenze, ma anche per presentarsi a casa di colleghi matematici chiedendo loro ospitalità.
Capace di reggere ritmi di lavoro anche di 16-18 ore al giorno, fu autore di 1485 articoli di matematica, collaborando con 485 diversi colleghi.
Il suo nome è legato anche ad una curiosità, nota come "numero di Erdős". Si definiscono infatti come numeri di Erdős 1 i colleghi che hanno pubblicato un lavoro in collaborazione con Paul. Allo stesso modo, un matematico che abbia partecipato ad un lavoro con un collega di Erdős avrà il numero 2 e così via.
In base a questa regola, chi non ha mai pubblicato un lavoro matematico avrà numero di Erdős infinito. Purtroppo non è più possibile ottenere il numero di Erdős 1, in quanto Paul è morto per un attacco di cuore il 20 settembre 1996 durante un congresso a Varsavia.

Per chi ama la matematica, ma soprattutto è incuriosito dai suoi eccentrici protagonisti, il libro di Hoffmann sarà sicuramente di piacevole lettura.

mercoledì 17 gennaio 2007

Le canzoni della nostra vita

Inizio questo mio blog riportando il testo di una canzone che per me ha molti significati.
Provate a leggere almeno il ritornello...


Sogno della galleria - F. Simone (1982)

Piove un'acqua scura su di me
com'è tardi, non si arriva mai
piazza affollata, tutti a guardare me,
sono nudo, ho vergogna e scappo via.
Cado, mi rialzo e cado ancora,
pesa sulla testa anche l'aria.
Vedo un riflesso ma non sono quello li
erano più chiari gli occhi miei.
Chiamo un amico, ma l'ombra scappa via
chiamo senza voce, e rossa, rossa, rossa tanta luce.
Manca l'aria in questa galleria
passa proprio sotto casa mia,
strade nascoste, sotterrate ma perchè
e tu in questa stanza cosa vuoi da me?
Cerco una strada, per fermarmi o per andare,
viene da lontano una donna senza un'ombra di pudore.

Voglio correre, voglio andare via, questa non è casa mia,
voglio correre, voglio andarmene oltre questa galleria,
lei mi aspetta e la devo trovare, se ritardo lei può farsi male... male.

La finestra con i vetri rosa si apre sull'interno di una chiesa
manca un altare, non c'è santo né preghiera,
non è inverno ma neanche primavera.
Cerco una strada, per fermarmi o per andare,
verso l'orizzonte, quanto cielo, quanti voli da spiccare.

Voglio correre, voglio andare via, questa non è casa mia,
voglio correre, voglio andarmene oltre questa galleria,
lei mi aspetta e la devo trovare, se ritardo lei può farsi male... male.

Cerco una strada, per fermarmi o per andare,
verso l'orizzonte, quanto cielo, quanti voli da spiccare.

Voglio correre, voglio andare via, questa non è casa mia,
voglio correre, voglio andarmene oltre questa galleria,
lei mi aspetta e la devo trovare, se ritardo lei può farsi male... male.


Voglio correre, voglio andare via, questa non è casa mia,
voglio correre, voglio andarmene oltre questa galleria,
lei mi aspetta e la devo trovare, se ritardo lei può farsi male... male.


Questa canzone riassume quasi tutti i sentimenti della mia vita: la voglia di inseguire i sogni, di uscire dal quotidiano, un percorso costellato di gallerie dalle quali uscire per vedere finalmente la luce, dopo tanto buio.