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IndiaEveryday

venerdì 14 dicembre 2007

Canzone per un amico

Oggi avrei voluto parlare dei libri che ho letto nel 2007.
Stavo infatti preparando mentalmente questo post ripercorrendo da un punto di vista letterario quest'anno che si chiude.
Oppure avrei voluto raccontare ancora qualcosa sui preparativi natalizi che sono entrati nella cosiddetta "fase calda".
Invece oggi parliamo di Davide, che è morto mercoledi, stroncato da un infarto a 36 anni.
Davide, anzi "Il Davide", come lo si chiamava in casa dei miei genitori, era un amico di infanzia, uno dei bambini del quartiere con il quale sono cresciuto. Uno dei miei primi compagni di giochi, vicino di casa quanto basta per andarlo a trovare in bicicletta a 7 anni, e per pensare che sì, anche quel pezzetto di strada percorso da soli era una conquista.
Eravamo parecchi noi bambini di quella via. D'estate tutti in giro in bicicletta, che tanto di auto se ne vedevano poche e non era pericoloso. Ma spesso anche a casa di qualcuno di noi, a nascondersi nelle cantine o a giocare a pallone nei cortili.
Ricordo il Davide e anche sua mamma, una signora piccola e obesa, in grado di muoversi con difficoltà e sempre pronta a difendere il suo figliolo. Come quella volta che lui sbatté contro un palo della luce con la bicicletta nuova, regalo della Prima Comunione messo fuori uso ancora prima della Comunione stessa. E sua madre a incolpare noi più grandicelli di "averlo spaventato", costringendolo all'incidente.
Nella mia mente vedo una fotografia, una festa del mio ottavo o nono compleanno. Non riesco a distingure gli altri bambini, vedo solo il Davide con gli occhi chiusi che fa la linguaccia. E non riesco ad immaginarlo diverso da quella foto, neppure quando penso agli episodi bui della sua vita.
Dopo le scuole medie ci siamo allontanati, abbiamo saputo l'uno dell'altro solo attraverso altre persone, i nostri genitori in particolare. Il Davide è sempre il solito discolo, finisce con un po' di ritardo le scuole dell'obbligo e si mette a lavorare. Poi la maggiore età, in cui si perde il conto delle auto distrutte in incidenti, per fortuna senza conseguenze fisiche per lui e per gli altri. Pessime compagnie lo conducono sulla via della tossicodipendenza, dalla quale ne esce grazie ad una forza di volontà di cui non lo pensavo capace. Poi una ragazza, che diventa sua moglie e 10 anni fa lo rende padre di una bambina.
La vita sembrava serena adesso, lo sembrava fino a mercoledi sera.
Me lo voglio ricordare così il Davide. Quel bambino che al mio compleanno chiude gli occhi e fa la linguaccia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un salutone al Davide, che abbia vissuto almeno come desiderava!