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IndiaEveryday

lunedì 6 luglio 2009

De gustibus

Quando ero bambino dicevo spesso che da grande avrei voluto fare il cuoco.
Questo perché mi piaceva cimentarmi ai fornelli, provando ad eseguire le ricette che mia mamma raccoglieva. Ricordo ancora la scatola con dentro quei ritagli di giornale o schede che raffiguravano piatti succulenti, ma che a me venivano sempre diversi, molto meno scenografici.
Nonostante il mio impegno, infatti, il risultato ottenuto era sempre diverso da quello sperato.
E poi mancava sempre qualche ingrediente. Questo soprattutto perché certi prodotti non si trovavano così facilmente nei supermercati come oggi, tipo i vari tagli di carne o le decorazioni per i dolci. Ma anche perché si cercava di arrivare al risultato senza spendere troppo, perciò si sostituiva un ingrediente con quello che si aveva in casa.
Ecco che allora la crostata alla confettura di fragole diventava un dolce alla marmellata di prugne: nerastra, invece di un delicato rosso bruno. Allo stesso modo il vitello tonnato era invece una lingua in salsa tonnata, perché la lingua di vitello costa molto meno del magatello. Pure l'insalata di riso si faceva non col parboiled, assai difficile da reperire, ma con risi da risotto, di qualità Arborio o Roma, che richiedono maggior attenzione in fase di cottura. Bastavano un paio di minuti di bollitura in più e l'insalata di riso diventava un enorme arancino. Consumato freddo, ti rimaneva sullo stomaco per l’intero pomeriggio.
Oggi, che bambino non lo sono più e cuoco non lo sono diventato, ho un po' nostalgia di quel periodo, di quelle scoperte fatte in cucina, di quegli esperimenti provati ai fornelli. A volte, nella memoria, riesco anche a ripescare quei sapori, o così almeno mi sembra.
L'hobby della cucina ce l'ho sempre, gli ingredienti li trovo con una certa facilità e senza spendere eccessivamente. Purtroppo in famiglia non condividono con me questa passione, anzi i miei figli sono molto abitudinari nel mangiare, preferiscono sempre le stesse pietanze e non hanno molto interesse alla sperimentazione di nuove ricette. Perciò, quando nel week-end provo a cimentarmi nella preparazione di qualche nuovo piatto, mi osservano con curiosità tipica dei bambini quando vedono qualcuno che ci mette passione in quello che fa, qualunque cosa essa sia. Però, dalle loro domande, capisco che in fondo si chiedono: “Ma perché lo sta facendo?”.
Infatti spesso mi sento rivolgere interrogativi del tipo “Sei sicuro che verrà buono?”, oppure “Se questo piatto ti piace così tanto, non potevi comperarlo già pronto, così almeno eri sicuro che fosse buono?”; o anche “Perché non l’hai comprato già fatto, così non avresti fatto tutta questa fatica?”.
Cerco ovviamente di rispondere con pazienza e provo anche a trasmettere un po’ di passione per le attività fatte con le proprie mani, ma non ottengo quasi mai i risultati sperati.
E quasi sempre finisce che preferiscono giocare a Cooking Mama su Nintendo DS piuttosto che assaggiare il frutto delle mie fatiche sui fornelli, soprattutto se il piatto che ho preparato è a base di verdure.

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