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IndiaEveryday

giovedì 25 giugno 2009

Ritorno al mondo nuovo

Tornando a scrivere dopo quasi sei mesi su questi blog provo una sensazione strana.
E' incredibile come nel volgere di una manciata di settimane si possano condensare così tanti avvenimenti da non riuscire più a sentirsi come prima, a vedere molte cose allo stesso modo di prima. A questo punto tanto vale prendere coscienza del fatto che non si è più la stessa persona di prima.
Cominciamo dal lavoro.
Nel passaggio dalla vecchia azienda alla nuova proprietà sono stato prima licenziato e poi assunto contemporaneamente. Dopo un solo giorno di lavoro sono stato messo in cassa integrazione straordinaria per 3 mesi. Straordinaria significa che non si maturano ferie, non si ha diritto alla malattia retribuita e altre amenità.
Durante queste 13 settimane trascorse lontano dall'ufficio mi si è aperto davanti un mondo completamente nuovo. Dopo tanti anni passati davanti a un monitor per buona parte della propria vita diurna riesce difficile immaginare che là fuori esiste qualcuno che passa la giornata senza un lavoro, ma che soprattutto non ha nessuna intenzione di cercarselo perché campa benissimo così.Intendiamoci: il mio assegno mensile durante la cassa ammontava a poco meno di 1000 euro netti e non bastava assolutamente al fabbisogno familiare, soprattutto nei mesi invernali in cui la bolletta del riscaldamento se ne porta via una fetta cospicua. Eppure, parlando con alcuni lavoratori nella mia stessa situazione, pare che ci siano persone che, tra un lavoretto in nero e l'altro, riescano ad arrontondare il magro guadagno della cassa fino al punto da chiedersi: "ma chi me lo fa fare di ritornare in azienda?". Certo la cassa è temporanea e soprattutto i termini di durata li decide l'azienda. Pero' questi termini possono essere lunghi anche anni, soprattutto per quei lavoratori molto vicini alla pensione. Inoltre, oltre alla cassa esiste pure la mobilità, che compete ai lavoratori licenziati e che, per gli ultraquarantenni, arriva a coprire fino a 2 anni.
Insomma, come dicevo mi si è aperto davanti agli occhi un mondo nuovo. In tempi di crisi la cassa pare una condizione comune, almeno a giudicare dal numero di papà davanti alle scuole per accompagnare o riprendere i figli.
E se all'inizio ci si vergogna un po', dopo qualche settimana ci si abitua senza fatica. E a quel punto è difficile tornare indietro.
Eccone la prova.
La settimana precedente la Prima Comunione di mia figlia mi sono deciso ad andare da un barbiere. Non entravo in una bottega di barbiere da qualche anno, perché solitamente mi faccio tagliare i capelli da mia moglie con il tosatore elettrico. La bottega è come tutte quelle di paese: il barbiere ciarliero, i clienti in attesa a leggere o commentare i discorsi, il tizio che non è li per farsi radere ma solo per partecipare al dibattito del giorno. Ad un certo punto entra un personaggio, saluta tutti e se ne va. Il barbiere dice al tizio che in quel momento stava servendo: "Lo vedi quello? E' in cassa integrazione da 3 anni e non ci pensa mica più ne' a tornare al lavoro, ne' a cercarsene un altro. E dire che ne ha anche avute di opportunità: ma un lavoro è troppo lontano da casa, un altro è troppo faticoso, un altro ancora non gli piace il capo, un altro è quasi sempre di notte, e così via. Alla fine ha ragionato così: - Per andare a lavorare mi offrono solo 200 euro al mese in più di quelli che prendo rimanendo a casa. Con l'aggiunta che, rimanendo a casa, riesco a fare tutto ciò per cui lavorando non ne ho mai il tempo. E ogni tanto, se ho bisogno di soldi, mi adatto a fare qualche lavoretto saltuario - . E chi glielo fa fare di cercarsi un lavoro?".Il ragionamento, in un'ottica puramente economica, non fa una grinza.
E io ho ormai smesso da un pezzo di credere di potermi realizzare attraverso il lavoro.
Ma la cassa integrazione ha avuto per me altri risvolti, che ho deciso di svelarvi pian piano...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bentornato

ALittaM ha detto...

sei tornato!!

Gischio ha detto...

I'm here to stay! :)