E dire che l'imperatore Tiberio era solito affermare che un uomo, giunto all'età di 35 anni, non avrebbe più dovuto aver bisogno del medico, in quanto a questa età si dovrebbe sapere ormai ciò che è bene o male per se stessi. Ironia della sorte, proprio a partire dai 35 anni io ho avuto la necessità di ricorrere sempre più spesso a visite mediche e cure, anche se finora gli acciacchi non si sono mai trasformati in qualcosa di grave.
Questa rapida premessa serve solo a circoscrivere il fatto che, qualche giorno fa, mi sono recato all'ospedale di Novara per un'ecografia addominale.
Prima dell'esame vado a pagare il ticket allo sportello ed entro in un salone stile laboratorio degli sceneggiati di fantascienza anni '80, del tipo de "L'uomo da 6 milioni di dollari", tanto per intendersi.
Stacco il mio numerino e guardando il tabellone mi accordo di avere davanti a me circa 25 persone. Un po' preoccupato perché la visita si terrà fra soli 30 minuti, rimango in piedi e aspetto.
Noto subito che ben poche persone, nel porgere la prescrizione allo sportello, mettono mano al portafoglio. Quasi tutte hanno una busta o una valigetta piena di scartoffie, che vengono accuratamente controllate dall'impiegato allo sportello. Nella maggior parte dei casi, dopo qualche minuto, l'esenzione dal pagamento viene accertata e infine ratificata apponendo un timbro sulla prescrizione. Infine la persona in questione lascia lo sportello e si reca al padiglione per effettuare la visita.
Il tempo per controllare tutta la documentazione per aver diritto all'esenzione non è trascurabile: dai 3 ai 5 minuti.
In particolare, poco prima del mio turno, vedo avanzare una signora sulla settantina, un po' malferma, con una borsa tipo la mia quando mi sposto con il laptop.
La signora porge la prescrizione all'impiegata allo sportello, insieme ad un plico di carte appena estratto dalla borsa.
L'impiegata esamina la prescrizione, poi le carte, poi fissa perplessa alcuni documenti. Chiama una collega, le spiega la situazione, poi insieme chiamano una terza collega.
Discutono tutte animatamente per qualche minuto, poi la questione, qualunque essa sia, sembra appianata. L'ambito timbro viene apposto alla prescrizione e la claudicante signora ritira con fatica i suoi incartamenti, impugna la prescrizione, saluta e se na va. Tutto questo teatrino, dall'inizio alla fine, si svolge in non meno di 10 minuti. E neppure l'ombra di un centesimo esce dal portafogli della donna.
Un momento prima di uscire, rivolge un cenno ad un vecchio presumibilmente novantenne, seduto in una angolo del salone, dicendogli: "Dai, papà, è tutto a posto, andiamo a fare la visita...".
Rimango attonito qualche secondo, finché il "beep" che segnala l'avanzamento della coda mi riporta al presente. E' finalmente il mio turno, porgo la prescrizione e l'impiegata mi dice: "Fanno 36,15 euro". Pago, il timbro si posa sulla mia ricetta, la ritiro ed esco. Tempo totale: 40 secondi.
Direi che questo è proprio un paese per vecchi...
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